L’attività motoria è una forma di educazione attraverso il corpo, un corpo che si muove e sperimenta le dimensioni affettive, cognitive e relazionali del suo stesso essere. L’obiettivo fondamentale consiste nello sperimentare giochi inclusivi, cioè nel vedere come si possa giocare il più possibile tutti assieme.
Questo obiettivo costituisce il filo conduttore “forte” di un progetto educativo capace di dare risposta a esigenze quali il coinvolgimento attivo di ciascuno, l’utilizzo di momenti di gioco in forma laboratoriale e sentimentale, come educazione alle relazioni.
Queste attività dovrebbero svolgersi per quanto possibile in spazi esterni. La nostra scuola è fornita di un’ampia e ben attrezzata palestra, laddove l’esperto può spaziare nelle diverse attività psicomotorie proposte per le diverse fasce d’età. Le attività stimolano in modo unico e speciale i percorsi di ricerca-azione, indirizzando verso condizioni, regole, mediatori adeguati, utili a sostenere i bambini, a favorirne l’espressione, anche dei meno abili nel “mettersi in gioco”, tramite prassi motorie e sportive inclusive.
Nelle Indicazioni Nazionali si ricorda che partecipare alle attività motorie e sportive significa condividere con altre persone esperienze di gruppo, promuovendo l’inserimento di alunni con forme di diversità e esaltando il valore della cooperazione e del lavoro di squadra. Il gioco e lo sport sono infatti mediatori e facilitatori di incontri e relazioni.
Il bambino ha bisogno di muoversi e di giocare in uno spazio-temporale organizzato secondo regole che lo coordinano secondo un’educazione attraverso il corpo “più che” del corpo, stimolando la rielaborazione successiva, dando il “la” a un percorso che da individuale o di piccolo gruppo, diventa collettivo tramite la riflessione, la comunicazione e la condivisione dei percorsi e delle esperienze.
Tutto questo, tenendo conto anche della scansione dei piani di gioco che da “agito”, attraverso la rielaborazione, diventa gioco “rappresentato”.
Ultimo punto, ma non per questo meno importante (anzi!), è che i giochi siano vissuti davvero come tali, attività divertenti nel senso più autentico e nobile del termine e non meri esercizi meccanici.
